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06/09/ La Sicilia
La musica popolare domina nelle piazze
Lithos. A Sortino spettacolare session in chiusura della rassegna etnica itinerante

06/09/ La Sicilia
Carlo Muratori patriarca del folk

05/09/ La Sicilia
Buscemi, viaggio fra i dialetti con «Lithos»

04/09/ La Sicilia
Nuvole Pesanti
da Ferla a Sortino
03/09/ Gazzetta del Sud
Ha successo la rassegna curata da Carlo Muratori.
Il viaggio di Lithos fa tappa a Buscemi
02/09/ La Sicilia
Ferla, le Nuvole pesanti in quota grazie a Lithos
01/09/ La Sicilia
Rita Botto e il Parto delle Nuvole Pesanti aprono le danze di Lithos
31/08/ La Sicilia
Domani a Palazzolo il debutto di Lithos
30/08/ Gazzetta del Sud
Riparte da Palazzolo il “viaggio” di Lithos
30/08/ Geniabox
Lithos 2003/ IV^ edizione
29/08/ La Sicilia
Lithos a Palazzolo col debutto di Rita Botto
28/08/ Gazzetta del Sud
Presentata alla Provincia la rassegna curata da Carlo Muratori
Torna “Lithos”, viaggio nella musica popolare
28/08/ La Sicilia
Lithos, le note dei sapori arcani
28/08/ La Sicilia
Lithos, suoni da difendere. Dall'1 al 4 settembre il festival folk curato da Carlo Muratori
27/08/ Gazzetta del Sud
Musica Riparte la rassegna “Lithos”

26/08/ La Sicilia
La musica popolare riproposta da Lithos

21/08/ Lithos
Depliant lithos 2003, visionabile on line.

18/08/ Lithos
Conferenza stampa rassegna Lithos 2003.
Salone di rappresentanza della Provincia di Siracusa.

06 settembre 2003 - La Sicilia
Carlo Muratori patriarca del folk
Era un miracolo. Si incrociavano le note, la grancassa fremeva, la voce che spezzava la nostalgica rigidità di una partitura superata.
Era tutto nuovo. Era la frontiera della musica popolare che spingeva, posandosi su terre inesplorate.
Carlo Muratori accarezzava la sua chitarra, poi irrompeva, andava giù, era la vocazione che coniugava ardire e irruenza, la vocazione del patriarca. Il patriarca del folk.
I musicisti perlomeno lo chiamavano così, dal palco; lui, il direttore artistico di «Lithos» (un idealista, forse?), aveva gli occhi lucidi.
Il pubblico a credere nella stessa utopia. La celebrazione stupefacente del talento, della volontà che diventa ostinazione.
E Muratori ha dedicato «Acqua e focu» ai testardi (da «Stella Maris» del '96), ai visionari, a quelli che hanno ancora traguardi da raggiungere e inseguono fiduciosi l'impalpabile.
Da dove arriva la musica? Dalla memoria dei vecchi anche.
A Sortino, la rassegna ideata dall'etnomusicologo, cantautore e compositore siracusano, giovedì sera, ha accolto in grembo gli adepti di questa misteriosa ala del sound etnico.
Il rock che traduceva l'impeto dei cantori calabresi, era la band «Il parto delle nuvole pesanti»: Giuseppe Voltarelli (fisarmonica, voce, chitarra); Salvatore De Siena (percussioni) e Amerigo Sirianni (chitarra e mandolino). Raccontavano la terra degli emigranti, erano sconvenienti, impudici.
Un fenomeno, una tempesta di adrenalina, la «Raggia» (intraducibile, è il titolo di uno dei brani proposti) di un lamento corale, un raccordo ideale e scanzonato del loro retaggio di esuli mancati.
Ma erano molto di più. C'erano i Flam & Co, catanesi, virtuosi dell'area mediterranea, con chiare interferenze latino-americane; eppoi il trio «Salvi-Ciuma-Tombesi», manfrine e tarantelle, il soliloquio dell'organetto che si affidava al gruppo, ognuno con la sua vicenda regionale (la Puglia di Mario Salvi, il Veneto di Roberto Tombesi, la Romagna di Stefano Del Vecchio, detto Ciuma).
Da dove arriva la musica? Quale strada percorre, fino al compimento festoso? I giovani del paese erano i medesimi che avevano seguito «Lithos» a Ferla, Buscemi, Palazzolo. Per loro, tappa dopo tappa, era come stropicciare le ali, provare ad alzarsi in volo, immmaginare un verosimile riscatto soltanto partecipando elettivamente ad un'epifania mai goduta sino ad allora.
Giuseppe Voltarelli li invitava a non soccombere, «non smettete mai di suonare». La musica che era poi, per tutti loro, una grande metafora. Quasi fosse la vita stessa, appesa a labili certezze, eppure mai parca di attese.
Dove risuona l'eco degli anziani, il giubilo dei devoti, la lingua delle stagioni, «la lingua stanca dei vecchi» diceva Muratori, là e soltanto in quel luogo sarebbe tornata «Lithos». Si entrerà nella stanza abitata nei secoli dalle nostre radici, avvertiva il cantautore. Era vero. Impercettibili le parole degli avi, ma la musica le suggeriva fedelmente. Da dove arriva la musica?
L.S.

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