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calicantoIl gruppo nasce nell’autunno del 1981 con l’attenzione rivolta agli studi etnomusicali sul territorio veneto, a quel tempo estremamente rari. La ricerca sul campo da parte di Roberto Tombesi cui si unisce, nella metà degli anni ottanta, il contributo dei ricercatori Marina Dalla Valle e Guglielmo Pinna e le prime ricostruzioni di strumenti, tra i quali la piva (antica cornamusa veneto-emiliana) da parte di Massimo Fumagalli. Il primo LP esce nel 1983 e si intitola De là dell’acqua.Riprendono le ricerche tra le comunità venete e italiane di Istria e Dalmazia e per i vent’anni di Calicanto, nasce il progetto Labirintomare che coinvolge oltre 25 artisti dell’Adriatico e porta alla pubblicazione del cd omonimo.
Con il 2004, si intensifica il lavoro di ricerca sulle musiche dei Colli Euganei con la collaborazione di Giuseppina Garro ed il ritorno "sul campo" di Guglielmo Pinna. Nel 2005 il lavoro trova compimento con il cd Isole senza mar, che verrà premiato dall'Academie Charles Cros con il Coup de Coeur tra i migliori dischi di world music nel panorama mondiale. I tempi recenti sono caratterizzati da un continuo ed instancabile impegno su più fronti, che ha portato alla realizzazione di un gran numero di ambiziosi progetti.

Musicisti
Roberto Tombesi, mandola, liuto, organetto
Claudia Ferronato, voce
Francesco Ganassin, clarinetto, ocarina
Giancarlo Tombesi, contrabbasso

omaggioa Fabrizio De AndrèLungo le sponde del Suo torrente, la torbida corrente della follia umana porta ancora in braccio cadaveri di soldati. Si dovrà ancora attendere, chissà quanto, per i lucci argentati.
Ho ancora l’eco della voce di Fabrizio nell’unica, mitica, indimenticabile conversazione telefonica che ebbi l’occasione di sostenere quasi per caso. Aveva espresso dei giudizi lusinghieri su Stella Maris, un mio disco del 96. Intervistato da un cronista del Buscadero, aveva affermato in piena facoltà di intendere e di volere (mi auguro), che era molto interessato a questo cantautore siciliano. Mi aveva fatto arrivare i suoi recapiti telefonici. Ma quella telefonata per me era veramente troppo difficile. Solo un discreto tasso alcolico e una insolita euforia poterono permettermi dopo alternate considerazioni di afferrare la cornetta, comporre i numeri come una mitraglia e, con assoluta incoscienza, chiedere a Dori Ghezzi: Scusi, c’è Fabrizio? Sono…chiamo dalla Sicilia…”Aveva un appuntamento??” No…però…”Attenda in linea….” “Ehi, Carlo, come va??” A momenti svenivo! La sua voce era ed è inconfondibile; non solo per me credo. Quella mistura di velluto e di malinconia, di autorevole dolcezza, antica e amica come il vento, era lì, all’altro capo del telefono, che chiedeva, chiedeva e chiedeva….Avremo parlato per tre quarti d’ora; senza cali di tensione, senza silenzi imbarazzanti: delle tonnare, delle trebbiature, di Noto, di Ciccio Busacca. Era curioso come un bambino di sapere dove va la Sicilia, la nave senza nocchiero. Concluse con una simpatica minaccia “Ti tengo d’occhio sai?!, mi raccomando” e con un’amorevole bugia “Ci risentiamo”. Come tutte le più belle cose, fu solo per quel giorno, come le rose. Cantare le sue canzoni non è stato più lo stesso per me. Ogni verso, ogni parola, ogni sillaba oramai appartenevano ad una persona reale, presente, vicina; non più mitica, distante, misteriosa. Ho accettato al volo la proposta dei Flam&Co che da qualche anno mettono in scena il loro concerto su De Andrè. Da Via del Campo a Dolcenera, da Bocca di Rosa a Princesa ho avuto l’occasione di re-incontrarlo, di ri-sentire i suoi “cunti”. Continueremo a suonare quella musica nel suo nome; la musica che non si è mai truccata gli occhi nè tinta i capelli, per vendere qualche manciata di dischi in più. Per tutti quelli che di tanto in tanto si lasciano consolare dalle sue canzoni. Da chi anche in vita, probabilmente senza mai genuflettersi, conobbe per certo e abbastanza bene la statura di Dio.
Carlo Muratori

wpcrew

BEDDA,DUCI E AMARA è il titolo di una canzone scritta e cantata da C.C.O. del gruppo rap AREA51 di Taormina,con la collaborazione di MIMISHKA, ballata da ALOSHA,ballerino hip hop.



Lo slogan di questo mix è il seguente: SONO UN SICILIANO HIP HOP
SONO UN SICILIANO HIP HOP in realtà è un progetto di giovani artisti siciliani diretti da (Alosha) Giuseppe Marino, coreografo ed insegnante di danza hip hop,fondatore del Clan WPcrew dove gruppi (crew),ballerini,artisti di cultura hip hop si incontrano e riconoscono la loro sicilianità, il progetto si propone di mettere in luce lo spirito creativo e la volontà di sopravvivenza di una terra abituata a finire in prima pagina solo per raccapriccianti fatti di cronaca. Alosha apre una finestra sulla vita di questi ragazzi , per i quali la danza è diventata una ragione di vita e, forse, l'unica via di uscita dall’indifferenza.
Attraverso il gruppo rap AREA51 e la cantante MIMISHKA trova il giusto canale musicale per realizzare la Voce dell’hip hop siciliano, creando un vero e proprio Sicilian Style.
Lo show si svolge intorno al trittico rap – voice- dancer ne invade ogni passaggio con felice intuizione per ogni singola parte riferita a qualcosa che oltrepassa il dualismo, per divenire mistero ternario… e/o più ampio ancora, nella molteplicità dei significati che una terra tanto seducente, tanto martoriata e dominata, ha stabilito nel suo millenario passato e nell’interpretazione storica o oracolare che la connota.
I riferimenti culturali e le accese dialettiche che la nuova cultura di Sicilia rivendica attraverso l’hip hop.


Roland Van StraatenDiscendente da una famiglia svizzera e olandese, Roland van Straaten ha frequentato i conservatori di Zurigo e Ginevra studiando composizione sotto la guida di Hans-Ulrich Lehmann, teoria musicale con Yehoshua Lakner e chitarra classica con Spiro Thomatos e Maria-Livia Sao-Marcos. Nella fanciullezza trascorre lunghi periodi in Italia e negli Stati Uniti mentre più tardi viene a contatto con altre svariate culture viaggiando al di fuori dell’Europa. Ha condotto studi sulle forme contemporanee di musica e teatro ispirandosi soprattutto al teatro laboratorio di Jerzy Grotovsky. Da solista, si esibisce col suo programma "Blues Harp Solo" in festival, in chiese e in teatri. È stato, inoltre, attivo come compositore realizzando il suo Blues Harp Concerto Nr. 1, le musiche del balletto Jizz Jazz 1, così come le musiche per il Théâtre Populaire Romand. Fu anche coinvolto nel film Sweet Harmonica Dreams (RAI 3). Roland van Straaten ha ricevuto una cospicua serie di premi e riconoscimenti fra i quali il Primo Campionato del Mondo di Armonica nell’isola di Jersey nel 1987.
La musica di van Straaten è marcata da espressioni arcaiche; il ritmo Blues e i modelli ripetitivi formano scale in stile orientale e jazz per creare melodie ampie e spaziose. Lo sviluppo di una nuova tecnica di suonare l’armonica ha permesso a Roland van Straaten di aprire il suo strumento ad una modulazione più libera ed una più risaltante espressività.

Lucina LanzaraLucina Lanzara, cantautrice compositrice mediterranea, ha al suo attivo numerosi spettacoli e dischi, partecipazione a cortometraggi. Si distingue per l’uso della voce nell’estensione di 3 ottave e mezzo. Di lei si è detto: RAI RADIO UNO: “una voce dalle rare capacità poetiche ed espressive”; RAI 3:”straordinaria versatilità, dall’etnica al jazz , dalla musica antica alla contemporanea. “ Radio Rai International: una voce che si confonde ora con un sassofono ora con violino”.
“De Mare – Il Viaggio di Aliante” è un concerto spettacolo giocato su sonorità mediterranee e sulla forza evocativa della voce di Lucina Lanzara. E’ il racconto di una barca con le ali, Aliante, che vola nel mare delle passioni umane e nel suo viaggio incontra migranti in fuga, amori e tradimenti, il desiderio di sfida, l’oblio della morte e l’amore per la vita.

Musicisti
Lucina Lanzara, voce
Nicolò Renna, Chitarra classica
Domenico Guddo, violoncello
Michele Piccione, percussioni

Aptal

Il progetto Aptal nasce dall’entu-siasmo di tre musicisti con lo stesso interesse per la spiritualità della musica medio-orientale, dal desiderio di approfondire gli studi per un mondo musicale molto distante dall’Europa ma incredi-bilmente affascinante e, nello stesso tempo, storicamente legato al nostro passato.
Aptal è un viaggio, un desiderio, una trasmigrazione sonora, che partendo dalla Grecia, passa dalla Turchia e si bagna nel Mar Egeo, guardando Smirna ed Alessandria. Aptal in lingua turca vuol dire “lentidi” comprendonio, per via delle strane danze in ritmica 9/8 praticate in Grecia e in Turchia, che solo da ebbri, è possibile danzare.
La tematica dei ritmi dispari è il punto di partenza degli Aptal. In quanto rappresenta il concetto del “forse”, filosofia orientale molto legata alla musica.
Durante il concerto è possibile ascoltare strumenti come: l’oud arabo, il giuras greco, darbokka, doum back, zarb, flauto nay, e chitarre fretless ed acustiche.
Aptal è un viaggio nel mediter-raneo in una musica meticcia che risveglia le nostre sopite radici.

Musicisti
Giorgio Rizzo, percussioni
Vassily Kakos, giuras e oud
Marco Corbino, chitarre

 
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